Arte fuori dal palco

Musica in libreria: Fioretto o archetto, per me pari sono. La vita romanzesca del Cavaliere di Saint-Georges

Musica in libreria: Fioretto o archetto, per me pari sono. La vita romanzesca del Cavaliere di Saint-Georges

La vita avventurosa e l'arte musicale di Joseph Bologne, il Cavaliere di Saint-Georges. Un uomo eccezionale, abile con la spada come con l'archetto del violino, nel primo saggio italiano a lui dedicato.

L'aver definito il Cavaliere di Saint-Georges, al secolo Joseph Bologne (1745-1799), figlio di un possidente della Guadalupa e di una schiava nera, addirittura come Il Mozart nero -epiteto ripreso nel titolo del libro che Luca Quinti gli ha dedicato mettendo a frutto laboriose ricerche– ci sembra sicuramente eccessivo. Ciò non toglie che l'incredibile parabola esistenziale di questo dotatissimo personaggio (“l'uomo più acclamato d'Europa in equitazione, corsa, tiro al bersaglio, scherma, ballo, musica”, annotava un certo John Adams, secondo dei presidenti degli Stati Uniti) offra una incredibile quantità di spunti. Specie se in mano ad uno come Luca Quinti, che oltre ad essere violinista insegna letteratura; e che riesce a fondere insieme in questa biografia critica edita da Diastema (pag, 278, euro 20) il resoconto d'una vita dai tratti romanzeschi, l'accurata descrizione degli ambienti, un'approfondita ricerca documentaria. Oltre al pregio d'una prosa scorrevole e d'una copiosa esposizione dei dati reperiti in cui, oltre alle note, risulta utile la densa Appendice.

Dalle Antille alla Francia

Condotto giovanissimo dal padre in Francia per ricevere un'adeguata educazione, il giovane Joseph mostrò ben presto svelta intelligenza, innate doti atletiche ed un'incredibile energia fisica: padroneggiava qualsiasi cavalcatura, nuotava come un pesce, giocava a boxe, era un tiratore formidabile: Ma sopra tutto tirava di scherma con forza, acume ed eleganza, conquistandosi la fama di miglior spadaccino d'Europa. E nonostante il colore bruno della pelle si avviò alla carriera militare, entrando nei Gendarmi del Re. Il tutto nel segno di una modestia e di un naturale garbo che gli attiravano le simpatie generali.

Joseph Bologne, Chevalier de Saint-Georges

Sport da una parte, musica dall'altra

In più, nominato “Cavaliere di Saint-Georges”, Joseph divenne anche uno dei protagonisti della scena musicale parigina. Ben introdotto alla corte di Luigi XVI, tanto che Maria Antonietta amava duettare con lui, in seguito l'intimità con il Duca d'Orléans, detto Philippe Égalité, e l'amicizia con il Principe di Galles -entrambi fautori della monarchia costituzionale- gli alienarono i favori della coppia reale. Raffinato violinista dallo stile brillantemente virtuosistico, ottimo compositore stimato anche dai colleghi – Gossec e Stamitz gli dedicarono loro lavori – fu pure un apprezzato concertatore, ed infaticabile organizzatore di eventi musicali. Animò il Concert Spirituel, diresse l'Opéra, diede vita al Concert des Amateurs; chiuso questo, presiedette la massonica Orchestre de la Loge Olympique, che sopravvisse alla Rivoluzione. Tempesta attraverso la quale, però, la sua fortuna personale non passò indenne: se dapprima gli venne conferito il comando di un reggimento di dragoni di colore - la Légion Franche des Américains - cadde poi vittima del Terrore, espulso dall'esercito ed incarcerato senza processo per un anno, dal 1793 al 1794. Ritiratosi a vita privata, tornò a dirigere per qualche tempo la Loge Olympique; morì praticamente in miseria cinque anni dopo.

Il recupero di una produzione interessante

Studiata e tratta dall'oblio già da qualche decennio, la produzione di Saint-Georges – non tutta purtroppo pervenutaci – appare decisamente interessante, brillando per felicità melodica e varietà espressiva. E' musica di fresca piacevolezza, impregnata di quel luminoso ed un po' esteriore stile galante che caratterizzava il classicismo di pieno '700: sonate, concerti per violino (ovviamente) ma anche per altri strumenti, sinfonie concertanti. In più alcune opéra-comiques, delle quali sopravvivono solo L'Amant anonyme e qualche pagina sparsa. Pare che, avute in mano le mirabili Sinfonie Parigine scritte da Haydn appositamente per il Concert des Amateurs, abbia smesso di comporne lui. Ulteriore segno della sua intima umiltà.

 

Luca Quinti

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